giovedì 17 dicembre 2015

MONTAGNA DIMENTICATA

LA MONTAGNA DI PISTOIA

 
La montagna non è solo una cornice per la città, la gente che abita sul territorio della montagna ha dei costi accessori da rendere la residenza  quasi lussuosa. Chi abita in montagna per recarsi al lavoro altrove, sappiamo quanti disservizi del trasporto pubblico esistono, questo implica di dover sostenere spese di viabilità con mezzi propri che incide passivamente di ¼ dello stipendio senza, contare sui disagi invernali ed alcune strade scarsamente pulite oppure ripulite in ritardo, sopratutto nelle zone periferiche dei comuni montani, tutto ciò provoca disagi e possibili incidenti. Questa la prima causa della emigrazione e dell'abbandono della montagna.

Le pochissime attività economiche rimaste, svolgono un fondamentale ruolo di gestione e presidio e devono essere favorite e sostenute, perché l’abbandono del territorio è causa di gravi dissesti idrogeologici ed ha costi pesanti per la comunità in termini economici, sociali ed ambientali. I nostri sforzi devono essere orientati con determinazione alla promozione turistica che di fatto è stata lasciata a blande azioni private.

Oltre a questo, parlo della montagna in generale ma in particolare della montagna pistoiese con le sue peculiarità può essere importante anche per dare alla città un’identità turistica ben precisa che costituisca la base di un marketing territoriale che permetta di esprimere al meglio le potenzialità turistiche della Provincia di Pistoia, sicuramente non ancora espresse a pieno. Ad esempio si potrebbe parlare di Pistoia come di una città ricca di arte, storia e cultura, estesa e legata a doppio filo con la Montagna , che la arricchisce di natura, artigianato, e delle tradizioni locali.
Vedi imprenditoria, di commercio e lavorazione di prodotti tipici del nostro sottobosco.

Soprattutto possiamo attivarci a promuovere anche un turismo alternativo. Troppa gente trascorre le vacanze lontano e non conosce le bellezze di casa propria. (imparare a conoscere le proprie risorse è il primo passo per salvaguardarle e valorizzarle e quindi promuoverle anche all’esterno). In questi anni si vive una fase cruciale, siamo di fronte ad una crisi economica che viviamo tutti quotidianamente sulla pelle, ma paradossalmente, dopo mezzo secolo in cui abbiamo visto la popolazione diminuire costantemente e inesorabilmente, sta a noi invertire la tendenza, con il contenimento del prezzo più accessibile degli affitti e dell’acquisto delle case rispetto alla città fa ritornare appetibile venire ad abitare in montagna pur avendo esigenze di spostarsi per lavoro e per studio.

Questo a patto però che si mantengano i servizi minimi essenziali. Vivere in montagna significa essere disposti a rinunciare a buona parte delle comodità moderne ed essere disposti anche a qualche sacrificio a favore di uno stile di vita che privilegia il contatto quotidiano con natura, o la volontà di rimanere legati alle nostre tradizioni. Nonostante Poste, Ospedali, Trasporti , ci hanno abbandonato. Le piccole attività artigiane, punti vendita di alimentari, giornali, e bar, dove è possibile vanno salvaguardate.

Spesso il punto di frattura del sistema è rappresentato dalla chiusura delle piccole botteghe di paese, perché senza di esse, si rende impossibile la permanenza agli anziani e a tutti coloro che hanno difficoltà a spostarsi per non parlare del fatto che viene meno anche il luogo di aggregazione, spesso l’unico, che esse rappresentano.
Passando per i nostri borghi dopo le venti, ci appaiono vie deserte, manufatti silenziosi e scarsamente si ha la possibilità di imbattersi in un luogo di incontro che richiami ad una minima aggregazione.

Per questo è necessario mettere in atto azioni concrete che tendano a mantenere e rafforzare la rete dei servizi essenziali. Quindi favorire lo sviluppo economico e sociale della zona scommettendo sulle tipicità locali e artigianali, sulla filiera del legno e su un turismo sostenibile del verde e della cultura locale. Servono incentivi, sgravi fiscali e agevolazioni per le attività economiche e in particolare per i piccoli commercianti sul territorio al fine di ridargli competitività a fronte di maggiori costi di produzione.


 Inoltre si devono incentivare le ristrutturazioni edilizie, in particolare per le prime case, e per le giovani coppie per favorire il ritorno della gente in montagna e per recuperare il patrimonio storico che i piccoli borghi rappresentano.
E’ anche necessario difendere il patrimonio del nostro territorio territorio e della biodiversità mediante ampliamento e istituzione di nuovi parchi naturali e aree protette.
I nostri boschi vanno salvati e non distrutti. 

Va attuata una seria politica di sviluppo della montagna, con al centro i valori di sostenibilità per l’ ambiente e per la qualità della vita delle popolazioni locali che spesso è stata trascurata dagli enti locali e pubbliche amministrazioni.
La montagna non essere solo terra di conquista, la montagna va amata.

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